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Quanto l'AI influenza quello che vediamo su Facebook e Instagram.

Meta condivide nuovi insight sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale e sul suo algoritmo di Facebook e Instagram.

AI Instagram e Facebook

Siamo veramente noi a decidere cosa vediamo sui social media?

Il Global Affair President di Meta, Nick Clegg ha spiegato l'importanza della trasparenza nell'uso dell'AI e il modo in cui le persone possono influenzare ciò che vedono sui propri feed di Instagram e Facebook.

L'intelligenza artificiale predice quanto un contenuto sarà di interesse per l'utente, in modo che venga visualizzato con precedenza. Ad esempio, condividere un post è indice di interesse quindi riuscire a predire se un utente sarà intenzionato a condividere un determinato contenuto è uno dei fattori tenuti in considerazione.

Ovviamente a questo si uniscono tutta una serie di combinazioni predittive per arrivare più possibile vicini al giusto contenuto da mostrare, come quelle basate sul comportamento e altre ricevute da Meta dai feedback degli utenti via questionario.


In linea generale sono tre i principi su cui si basano le scelte del contenuto:

  1. Da dove arriva il post - quanto spesso un utente è entrato in contatto con quel profilo/persona

  2. Quando è stato postato il contenuto - il momento in cui è stato scritto un post e la risposta iniziale degli utenti

  3. Che possibilità c'è che un contenuto porti l'utente a qualche azione di engagement - il sistema ottimizza il contenuto sulla base del comportamento dell'utente, come la possibilità di mettere like a un post o la possibilità di commentare e condividere lo stesso.

Meta ritiene che in questo modo sarà più semplice per gli utenti poter determinare quello che vedono, poiché tutto si rifà al loro comportamento.

Personalmente, nutro qualche dubbio.

Ultimamente l'advertising, specie su Facebook, è così invasivo da non permettere più nemmeno di vedere un video senza interruzioni. Sembra la vecchia TV commerciale agli albori, quando cercava di raccimolare guadagni vendendo di tutto, di più. Per non parlare delle stories di Instagram: vengono proposte sponsorizzate a spron battuto. Tutti siamo consci del fatto che i profili (non sponsorizzati) che vediamo più frequentemente non siano sempre quelli di maggiore interesse, e che altri (volontariamente o no) vengano "messi in secondo piano" o shadow-banning.

Gli introiti pubblicitari sono alla base delle piattaforme e, con il deflusso degli utenti verso TikTok, in qualche modo Meta deve sopperire alle perdite e dimostrare agli investitori che "vale ancora la pena".

Per questi motivi ritengo che, anche se l'AI implementerà sempre di più funzionalità predittive, siamo molto lontani dal ritenere che gli utenti siano in controllo di ciò che vedono sui social media.


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Francesca_4044_2.jpg

In questo blog riporto i miei articoli per riviste nazionali e internazionali, spunti e riflessioni sul settore e news. Parlo di innovazione, crisis management, stakeholder engagement, leadership, business management.

Sono laureata in Comunicazione integrata per le organizzazioni complesse, Relazioni Pubbliche e ho conseguito un MBA negli USA.

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